Indennità per ferie non godute: ai lavoratori spetta il risarcimento, svolta epocale

Le aziende possono dedurle come costo d’esercizio mentre ai dipendenti spetta il diritto al risarcimento: scopriamo i dettagli.

Grazie ad una sentenza della Corte di Giustizia UE e ad una sentenza della Corte di Cassazione, la normativa relative a ferie e ad indennità per i lavoratori dipendenti ha subito modifiche sostanziali di particolare rilievo, che al contempo vanno a beneficio tanto delle aziende quanto dei lavoratori. 

Perché il risarcimento delle ferie non godute ha cambiato le regole del mondo del lavoro da dipendente
Sono state una sentenza della Corte di Giustizia UE ed una sentenza della Corte di Cassazione a ribadire i principi irrinunciabili al risarcimento del danno causato dalle ferie non godute – PontileNews.it

L’ambito delle attribuzioni, infatti, è passato dal retributivo al risarcitorio e dunque se da un lato per i lavoratori è previsto il risarcimento in casi di ferie perse per malattia, dall’altro è prevista la deduzione per le imprese. Per le aziende, infatti, quelle versate risultano costi di esercizio e quindi possono essere dedotti. 

In Italia, la modifica delle misure dell’ordinamento che disciplina la materia avvenne nei primi anni 2000, a seguito della riforma risultante dall’ex Decreto Legislativo numero 66 del 2003 che stabilì il divieto di monetizzazione delle ferie non godute. Il decreto si basava sull’assunto che il ritempramento delle energie del lavoratore concorra al benessere della collettività ed entrò in vigore il 29 Aprile 2003. Ma costò all’Italia un provvedimento sanzionatorio da parte della Comunità Europea.

Il provvedimento sanzionatorio e gli sviluppi relativi alla norma

Secondo la Comunità Europea, l’Italia non aveva espletato corrette modalità di recepimento della Carta Comunitaria dei Diritti Sociali Fondamentali dei Lavoratori del 1989, secondo cui il lavoratore ha diritto tanto del riposo settimanale quanto delle ferie annuali, per un sufficiente e corretto ristabilimento delle proprie energie psico-fisiche a beneficio della collettività.

Scopriamo perché il risarcimento delle ferie non godute ha cambiato le regole del mondo del lavoro da dipendente
La Carta Comunitaria dei Diritti Sociali Fondamentali dei Lavoratori è stata introdotta in Europa nel 1989 – PontileNews.it

Questi principi vennero poi ribaditi anche dalla Direttiva della Comunità Europea numero 93/104. In sostanza, i periodi di riposo non possono essere sostituiti con utilità patrimoniali di nessun tipo. E così in Italia, basandosi anche sui dettami civilistici e processuali, si è giunti alla conclusione che quando il lavoratore non riesce a recuperare il riposo entro un tempo utile per ritemprarsi, subisce dunque un danno biologico di usura fisica.

Ed anche nel caso in cui il lavoratore sia concorde a rinunciare alle ferie di diritto, perché ad esempio punta ad una maggior retribuzione, la privazione di fatto ricade come danno compiuto dall’imprenditore. Quest’ultimo non è stato in grado di predisporre la corretta struttura aziendale, tale da garantire il benessere dei propri dipendenti. Ed ecco quindi la necessità di risarcimento del danno, oltre alla sua retribuzione a monte. Per questo motivo le aziende si sono adeguate ad applicare un unico principio guida: le ferie di diritto, sia settimanali sia annuali, devono necessariamente essere godute.

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