Quello che non ti dicono sui BTP e che bisogna sapere prima di investire

Investire sui BTP richiede una certa conoscenza di questo settore: ecco i dettagli su quello che non dicono e su cosa bisogna sapere.

L’attuale situazione finanziaria si presenta molto complicata e segnata da un’inflazione notevole. I conti correnti non propongono degli interessi significativi e questo porta molti a chiedersi se investire in BTP sia oggi conveniente.

Cosa bisogna sapere sui BTP
Cosa sapere sui BTP prima di investire – Pontilenews.it

Il BTP è l’acronimo di Buono Poliennale del Tesoro e rappresenta uno strumento di debito emesso dallo Stato per finanziarsi sul mercato. In estrema sintesi, quando si decide di investire in questo titolo si presta allo Stato del denaro con la promessa di un rimborso futuro. Una cifra che si lega ad un interesse periodico conosciuto come cedola e pagata annualmente.

La durata dell’investimento parte da 3 anni e può arrivare ai 30 anni ma prima di investire bisogna effettuare adeguati ragionamenti. Ci sono degli aspetti infatti che devono essere necessariamente conosciuti prima di andare avanti: ecco nel dettaglio tutte le indicazioni da considerare in vista di un possibile investimento.

Cosa sapere sui BTP prima dell’investimento

Investire in un BTP può essere una buona soluzione a lungo termine ma non è possibile procedere a cuor leggero. Prima di dare il definitivo via libera bisogna innanzitutto valutare la disponibilità a mantenere il titolo fino alla scadenza. A seconda di come varia il mercato infatti il prezzo potrebbe cambiare da quello di acquisto.

Le informazioni utili prima di investire sui BTP
Tutto quello che c’è da sapere prima di investire – Pontilenews.it

Si passa poi alle commissioni e ai costi nascosti. In questo segmento ci sono diverse voci di spesa che possono incidere sul rendimento netto del BTP. Queste sono:

  • Spread: qui abbiamo la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita di un BTP sul mercato secondario. La differenza cambia in base alla liquidità del mercato e alla condizioni dell’area economica;
  • Commissioni di negoziazione: quando si acquista o si vende un BTP sul mercato secondario sorgono queste commissioni. Gli enti applicano questa voce che può variare in base alla piattaforma utilizzata e all’importo dell’operazione;
  • Tasse e Imposte: in Italia la tassazione sugli interessi dei titoli di Stato si attesta al 12,5%;
  • Costi di custodia: gli intermediari potrebbero palesare una commissione annuale per la custodia dei titoli. Sul lungo termine questi costi possono avere un’incidenza significativa sul rendimento totale;
  • Costi nascosti: questa voce è da considerare fortemente dato che alcuni intermediari potrebbero offrire commissioni di negoziazione basse ma poi applicare uno spread più alto. In questo modo l’operazione totale risulterebbe più costosa.

Per gli esperti questo investimento è considerato come “rifugio“, adatto nei periodi in cui i mercati non sono tranquilli e c’è grande incertezza economica. La garanzia dello Stato Italiano si presenta abbastanza sicura anche se i rendimenti possono essere ridotti rispetto ad operazioni più rischiose. La cosa importante è quella di mettere in campo più operazioni con un portafoglio che avrà all’interno investimenti sicuri come i BTP con altri segnati da una profonda incertezza, definiti volatili, a seguito della variazione dei prezzi molto ampia. In questo modo potremmo equilibrare il rendimento e il rischio.

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