Lavoro subito col collocamento mirato: ecco come funziona davvero | Ti cambia la vita

Difficoltà nel trovare lavoro? Allora dovreste optare per il collocamento mirato. Ecco come funziona davvero.

Al giorno d’oggi, trovare un posto di lavoro che sia in linea con le proprie esigenze e conoscenze è sempre più complicato. Gli annunci scarseggiano e spesso si trovano contratti determinati o part-time, con stipendi non in linea con il fabbisogno economico necessario per il sostentamento personale e della propria famiglia.

Collocamento mirato, ecco cosa c'è da sapere
Come funziona il collocamento mirato – Pontilenews.it

Fortunatamente, ci sono alcune soluzioni alternative previste dalla Legge che permettono di trovare subito lavoro e di essere impiegati con stipendio regolare. Avete mai sentito parlare del collocamento mirato? Si tratta di una possibilità introdotta con la Legge del 12 marzo 1999, n. 68, che dà la possibilità di sfruttare alcuni strumenti tecnici e di supporto per trovare lavoro in certi casi specifici.

Collocamento mirato per il lavoro: ecco cosa c’è da sapere

Introdotto con la Legge n. 68 del 12 marzo 1999, il collocamento mirato prevede una serie di strumenti tecnici e di supporto atti a valutare le persone e dare loro la possibilità di lavorare ed essere inseriti in contesti adeguati alle proprie conoscenze. Ci sono alcuni parametri fondamentali che vengono richiesti per poter effettuare domanda, oltre ad alcuni obblighi dopo l’assunzione.

Collocamento mirato per il lavoro, cosa dovete sapere
Cosa dice la legge sul collocamento mirato per il lavoro – Pontilenews.it

Il collocamento mirato è dedicato a persone con disabilità e si può ottenere un posto di lavoro previa analisi delle capacità lavorative. Attraverso un’analisi dei posti di lavoro disponibili, delle forme di sostegno, delle azioni positive e di soluzione dei problemi connessi con gli amenti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi di lavoro e di relazione.

Per quanto riguarda gli obblighi dei datori di lavoro pubblici e privati, questi sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori diversamente abili per il 7% dei dipendenti se ce ne sono più di 50, 2 lavoratori se si occupano da 36 a 50 dipendenti e 1 lavoratore se si occupano da 15 a 35 dipendenti.

Parlando invece della quota di riserva, la disciplina prevede che vengano computati tra i dipendenti tutti i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato e i lavoratori già riconosciuto disabili prima dell’assunzione. Per poter raccogliere in maniera sistematica le varie informazioni sull’inserimento delle categorie protette, c’è la Banca dati del collocamento mirato.

I datori di lavoro devono trasmettere i prospetti informatici, gli uffici competenti devono comunicare informazioni legate a sospensioni, esoneri autorizzati e convenzioni, l’INPS alimenta la Banca dati con le informazioni sugli incentivi, mentre l’INAIL fornisce informazioni legate ad interventi di reinserimento.

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