Sempre più giovani sottoscrivono fondi pensione ma, spesso, sono tutt’altro che vantaggiosi. Vediamo insieme tutti i dettagli.
Conviene davvero oggi investire in una pensione integrativa? I fondi pensione, in realtà, potrebbero costarci molto più di quanto immaginiamo. In questo articolo vi spieghiamo tutto nei dettagli.
Sempre più lavoratori- specialmente giovani con meno di 35 anni- preferiscono non lasciare il Tfr in azienda ma destinarlo ad un fondo pensione. E sempre più ragazzi, spinti anche dai genitori, ritengono opportuno fare una pensione integrativa. Lo stesso Governo, del resto, sta spingendo verso quella direzione. Un po’ per dare una boccata di ossigeno alle casse dell’Inps e un po’ perché, secondo le stime, con il sistema di calcolo contributivo, le pensioni di chi oggi ha 35-40 potrebbero essere davvero misere: 450 euro al mese circa.
Non solo: se non verrà superata la legge Fornero, chi oggi ha 35-40 anni potrebbe dover lavorare ben oltre i 70. Infatti la legge Fornero consente di andare in pensione a 67 anni solo se si hanno almeno 20 anni di contributi e solo se l’importo della pensione che si andrà a ricevere è pari almeno a 1,5 volte l’importo dell’Assegno sociale che aumenta ogni anno perché è soggetto a rivalutazione. Se un lavoratore guadagna poco e ha pochi contributi, dovrà lavorare ben oltre i canonici 67 anni. Per questo tanti ragazzi optano per una pensione integrativa. Ma i fondi pensione convengono davvero? Non sempre. Infatti i costi di gestione possono essere talmente alti da comportare perdite enormi.
Fondi pensione: ecco la verità
Come visto il Governo Meloni spinge nella direzione delle pensioni integrative e tanti giovani sono convinti che sia un modo per garantirsi una pensione un po’ più ricca nella vecchiaia. Ma è davvero così?
I fondi pensione, esattamente come gli investimenti, hanno dei costi di gestione annui. Non sono altissimi certo, sono circa dell’1% ma, considerando che un fondo pensione dura 30-35 anni, alla scadenza il fondo pensione si sarà “mangiato” il 30-35 % del vostro capitale. Questo significa che se vi aspettate di ricevere 100.000 euro quando andrete in pensione, in realtà ne riceverete 65.000-70.000. Insomma ci avrete rimesso e non guadagnato.
I costi di gestione variano a seconda che si tratti di un fondo pensione chiuso, cioè riservato alla propria specifica categoria lavorativa o un fondo pensione aperto, cioè rivolto a tutti. I fondi pensione aperti sono più costosi e possono arrivare ad avere costi di gestione superiori al 2% se si tratta di fondi azionari.
I più costosi in assoluto sono, però, i Pip: piani Individuali personalizzati. Questi, infatti, funzionano un po’ come le polizze sulla vita e, nel caso di fondi azionari possono sfiorare costi di gestione annuali del 3,44%. Pertanto, prima di lasciarsi tentare di sottoscrivere un fondo pensione, è opportuno fare bene i calcoli e farsi consigliare da esperti di previdenza.