Decreto pignoramenti, attenzione alcune novità non partono nel 2024: quelle già attive

Sono tante le novità contenute nel decreto pignoramenti ma alcune non partiranno nel 2024: tutti i dettagli su quelle già attive.

Il lavoro dell’attuale esecutivo è rivolto a vari e importanti temi come dimostra il decreto pignoramenti. Di recente i tempi e la procedura sono stati tra le principali questioni affrontate dal consiglio dei ministri. Le discussioni hanno fatto emergere delle novità che però non partiranno nel 2024 mentre altre sono già attive.

Decreto pignoramenti novità attive
Tutte le novità già attive del Decreto pignoramenti – Pontilenews.it

Il governo Meloni sta definendo le ultime modifiche in merito alle procedure di pignoramento di immobili, denaro e altri tipi di beni. Le modifiche potrebbero arrivare con un decreto apposito, con ogni probabilità breve, oppure con una nuova riforma del fisco.

Tra i cambiamenti auspicati c’è la semplificazione per le procedure di avvio con tempi più rapidi così da velocizzare i dovuti mancati pagamenti. Questi rischiano di dare il via libera alla procedura dell’espropriazione forzata con il pignoramento fino ad arrivare a nuove multe. Al momento è tutto in via di definizione ma ci sono delle novità già in vigore che devono essere conosciute.

Le novità già attive sul Decreto pignoramenti

Il Decreto pignoramenti deve ancora esser formalizzato completamente ma già lo scorso anno ci sono state determinate modifiche. Si è partiti con i nuovi limiti al pignoramento di stipendi e conti correnti. Questi vengono aggiornati annualmente perché sono legati all’importo dell’assegno sociale che, appunto, cambia ogni anno essendo protagonista della rivalutazione.

Le novità già attive del decreto pignoramenti
Le modifiche in vigore sui pignoramenti – Pontilenews.it

Il pignoramento dello stipendio, secondo la legge, può essere realizzato sia tramite il datore di lavoro sia sul conto corrente. Presso il datore di lavoro nell’anno in corso si può procedere al pignoramento solo nel limite di un quinto. Se invece il creditore è Agenzia delle Entrate i limiti sono i seguenti: un quinto per stipendi oltre i 5.000 euro, un settimo per stipendi fino a 5.000 euro, un decimo per quelli fino a 2.500 euro. Per i limiti di pignoramento sui conti la legge prevede, in base al saldo presente, di pignorare solo la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale.

Un’altra modifica già in vigore riguarda il pignoramento verso terzi. Questa modalità coinvolge il creditore precedente, il debitore esecutato e terzo pignorato. Per il pignoramento di beni mobili verso terzi, la competenza è del giudice della zona in cui si trovano i beni. Se si parla di pignoramenti di crediti, la competenza è del giudice dell’area in cui il debitore ha la residenza, la sede o il domicilio. L’eccezione si verifica quando il debitore è una pubblica amministrazione, qui la competenza è del tribunale del luogo in cui il terzo ha la residenza, la sede o il domicilio.

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