Assegno Unico, lo devi restituire: l’ultimo comunicato INPS è uno schiaffo

Quando si rischia di dover restituire l’Assegno Unico destinato ai figli fino a 21 anni? L’Inps fa chiarezza su cosa bisogna fare attenzione

Certamente l’Assegno Unico figura tra i sussidi maggiormente richiesti dagli italiani e sta fornendo un sostegno economico di primaria importanza a numerosi nuclei familiari con figli. Erogato sulla base del valore Isee, viene corrisposto per ogni figlio concepito o a carico, con erogazione che ha inizio al sesto mese di gravidanza e che prosegue a cadenza mensile fino al compimento del 21esimo anno di età.

I chiarimenti dell'Inps sull'assegno unico
Assegno unico, quando bisogna restituirlo (pontilenews.it)

Nel caso di figli con disabilità invece non vi sono limiti di età e l’agevolazione continuerà ad essere erogata. Vi sono però delle situazioni nelle quali si rischia di perdere l’Assegno Unico, ovvero di doverlo restituire o ancora di ricevere l’importo minimo anziché quello che si dovrebbe ottenere sulla base dei propri redditi.

Assegno Unico, attenzione: ecco quando va restituito

Il versamento dell’importo minimo, nella fattispecie, è legato al fatto che l’Isee presenti difformità ed omissioni e dunque non possa essere ritenuto valido per calcolare la cifra esatta. Pertanto finché il contribuente non effettuerà le dovute correzioni l’erogazione resterà legata all’importo minimo, stando a quanto previsto dalle nuove regole. Il chiarimento lo ha fornito l’Inps nel messaggio 2856/2023 con la successiva integrazione del messaggio 2913/2023.

Isee difforme: assegno unico versato con importo minimo
Assegno unico, i chiarimenti dell’Inps sulle eventuali difformità presenti nell’Isee (pontilenews.it / fonte ansa)

In precedenza invece l’importo sarebbe stato calcolato sulla base dell’Isee con difformità per poi andare ad effettuare un conguaglio successivo. Ad oggi dunque si riceveranno per ogni figlio a carico 54,10 euro al mese che diventano 25 euro per i figli maggiorenni ma sotto i 21 anni. Fino a quando la posizione del contribuente non verrà regolarizzata presso un Caf, presso una struttura Inps del proprio territorio o presentando una nuova DSU corretta.

I nuovi calcoli verranno effettuati dall’Istituto non appena avrà ricevuto la documentazione necessaria relativa al reddito. Potranno anche essere riconosciute le integrazioni per i mesi nei quali l’Assegno Unico è stato versato ‘al minimo’. Ma attenzione: il conguaglio per tutte queste mensilità verrà corrisposto solo nel caso in cui il nucleo familiare vada a regolarizzare l’Isee entro fine 2023.

Qualora venisse superata la data del 31 dicembre 2023 senza che le difformità siano state adeguatamente corrette e segnalate all’Inps bisognerà cominciare, a partire dal 2024, a restituire le somme ricevute in eccesso. Pertanto è consigliabile fare molta attenzione quando si comunica all’Inps l’importo Isee, in modo da evitare problemi di questo genere.

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