Espatriare è il sogno o l’incubo di molti. Trovarsi a dover scegliere di lasciare la propria patria non è facile, può essere entusiasmante o spaventoso. Per scegliere se, e dove trasferirci possiamo consultare la classifica annuale di InterNations, attenti quindi a non sbagliare.
Ad oggi viaggiare è sempre più semplice. Viaggiare apre la mente e ci permette di confrontarci con realtà e culture diverse, e spesso, ci fa venire voglia di vivere quelle realtà in modo diretto ed espatriare. Espatriare può essere spaventoso. Se ci troviamo costretti a lasciare la nostra patria, magari alla ricerca di un nuovo lavoro, a caccia di nuove opportunità ed una nuova vita, non vogliamo commettere errori. InterNations, comunità di “Expat” (dall’inglese expatriate), ci aiuta stilando una classifica annuale delle città più o meno vivibili.
InterNations è uno strumento utile ed essenziale, di grande aiuto per valutare e scegliere con consapevolezza, un ausilio negato a molti dei nostri predecessori che migrarono verso gli Stati Uniti d’America, nei primi anni del novecento, che attraversarono l’oceano su enormi navi per settimane, col fine di raggiungere la costa occidentale ad Ellis Island, NYC, dove erano soggetti ad interminabili e temute selezioni per ottenere la conferma d’ingresso nel paese.
La classifica delle migliori città, secondo chi si è trasferito, è una sorpresa Europea
Per InterNations, nel 2022, le dieci migliori città secondo gli expats sono, in ordine:
- Valencia
- Dubai
- Mexico City
- Lisbona
- Madrid
- Bangkok
- Basel
- Melbourne
- Abu Dhabi
- Singapore
Ma quali sono le caratteristiche che hanno portato Mexico City, Dubai e Valencia a guadagnarsi la top 3? E soprattutto, siamo sicuri che essere al primo posto sia sinonimo di opportunità certe per gli intrepidi expats?
Valencia al primo posto per la classifica InterNations, cosa la rende speciale ma rischiosa?
Mexico City viene definita amichevole e conveniente, la città è dove sembra essere più semplice adattarsi, gli expats si sentono a casa. Il punteggio sembra essere buono anche per la situazione finanziaria e per le opportunità professionali, mentre le lamentele riguardano il clima e l’ambiente con particolare accento negativo rispetto alla sicurezza.
Dubai si guadagna il secondo posto. La città degli Emirati Arabi Uniti conquista gli expats per la facilità con la quale riescono rapportarsi con le autorità locali ed i servizi governativi online che azzerano la burocrazia. Altra nota positiva sembrano essere le opportunità professionali e la naturalezza con cui vengono vissuti i rapporti sociali. Gli expats si sentono i benvenuti, avendo accesso a numerose attività, sportive e non, come una vasta quantità di ristoranti, cucina etnica, spiagge attrezzate, locali per la vita notturna e numerosi parchi divertimento per i bambini.
Valencia è la regina della classifica con la percentuale più alta per l’indice della qualità della vita. Chi si è trasferito ne loda i trasporti pubblici, definendoli economici e funzionali. Alte sono anche la percentuale di apprezzamento per l’offerta di sport ricreativi e la facilità di adattamento alla vita sociale. Altro pregio della città spagnola sembrerebbe essere quello del bilancio finanziario per le famiglie, rendendola particolarmente vivibile. Unico aspetto negativo, ma non meno importante, avendo un’alta percentuale di insoddisfazione tra gli expats, riguarda la possibilità di fare carriera. A quanto pare la crescita professionale è un’opportunità rara.
Valencia è di certo una bellissima città, con delle spiagge meravigliose e che offre arte, parchi, strutture futuristiche e musei da poter visitare con entusiasmo e passione. Se vale la pena mettersi in viaggio per godere delle attrazioni locali, ci chiediamo, con oltre il 50% di expats insoddisfatti per le opportunità professionali, ve la sentireste davvero di correre il rischio di sceglierla come destinazione per cambiare vita?
Parigi, la città per antonomasia dell’amore, dell’arte e della cultura, una cattiva sorpresa
Abbiamo visto la top-ten, ma chi si posiziona all’ultimo posto? Sempre secondo gli expats queste sono le città “peggiori”, le ultime dieci posizioni, dal 41° al 50° posto, appartengono a:
- Roma
- Tokyo
- Vancouver
- Milano
- Hamburgo
- Hong Kong
- Istanbul
- Parigi
- Francoforte
- Johannesburg
Con grande sorpresa, e delusione, Parigi, la capitale della Francia, la città dei sogni, dell’amore e del romanticismo, dei musei più famosi al mondo, della storia, dell’arte, della nouvelle cuisine, insomma, una delle città più belle al mondo, si classifica al terzultimo posto.
Parigi, cosa la rende una cattiva idea secondo chi si è già trasferito?
Sembrerebbe che una volta, l’amata attrice Audrey Hepburn, abbia detto “Parigi è sempre una buona idea”. Ma è davvero così? Forse per un bel viaggio, una romantica proposta di matrimonio, per ammirare tutta la storia e l’arte che l’antica città può offrire. Non solo Louvre, ma Montmartre, il Musée d’Orsay con le opere degli impressionisti, il Mouline Rouge, l’iconica Tour Eiffel, l’Avenue des Champs-Élysées, e la maestosa cattedrale di Notre-Dame.
Se Parigi è il sogno di molti, a quanto pare, al di là delle infinite opportunità che offre ai turisti, per chi ha deciso di trasferirsi e vivere il sogno parigino, tra artisti e profumati croissant, è stata un’esperienza deludente. La delusione è relativa a numerosi aspetti, tra cui la ricerca di un’abitazione, con scarse disponibilità e prezzi troppo elevati. Quest’ultimo aspetto, il costo della vita, è una delle note davvero dolenti della città, che le ha fatto perdere moltissimi punti, posizionandola quasi alla fine della classifica.
A quanto pare, non sarebbero solo i costi, a rendere infelici i migranti. Gli stessi non si sentirebbero ben accolti, i parigini non sembrano essere particolarmente caldi ed accoglienti con gli stranieri e creare amicizie stabili e profonde con i locali, è raro se non impossibile. Altra nota negativa è la sicurezza personale, ben il 23% non si sente affatto al sicuro nella città. Ad ogni modo, la qualità e la varietà del cibo insieme alla cultura e l’arte, rimangono indiscusse qualità della capitale francese.
Jean-Baptiste-Louis Gresset, poeta e drammaturgo francese, vissuto nel settecento, disse che “Non si vive che a Parigi, e si vegeta altrove”. Forse oggi non è proprio più così, e magari non faremo le valige per spostare il centro della nostra vita nella città, ma è impossibile negare che un weekend romantico in una delle capitali europee più sognate al mondo, è davvero sempre una buona idea!!