Allerta febbre dengue, sale il numero di decessi: “Casi anche in Europa” | Quali sono i sintomi

Se il Covid ha abbassato la testa, la Dengue la rialza: i numeri su contagi e vittime stanno facendo tremare mezzo mondo.   

Se il pericolo Covid che ci ha tenuto in ostaggio per tre anni, e non è ancora del tutto neutralizzato, il nuovo allarme di questa primavera 2023 arriva dall’Argentina. Di cosa si tratta e perché l’Europa (Italia compresa) non può dirsi al riparo dal rischio di focolai?

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La dengue colpisce neonati, bambini e adulti (Pontilenews.it)

Nel Paese sudamericano la febbre dengue – una malattia infettiva causata da quattro varianti dello stesso virus che si trasmette attraverso la puntura di zanzare – sta facendo decine di morti. Sono già 41.257 i casi registrati e 39 le vittime. Rispetto al 2020 i decessi sono balzati del 48,4% (quell’anno erano stati 26).

La nuova minaccia delle febbre Dengue

La dengue non si diffonde per contatto diretto, ma può essere trasmessa anche attraverso trapianti d’organo e trasfusioni di sangue, con un periodo di incubazione solitamente di 5-6 giorni. Colpisce neonati, bambini e adulti con sintomi che compaiono 3-14 giorni dopo la puntura infettante: febbre elevata, forte cefalea, dolori articolari e muscolari (soprattutto alle gambe), nausea, vomito ed esantema. L’esito è una malattia simil-influenzale e talvolta una complicanza potenzialmente letale (“dengue grave”, già nota come febbre emorragica dengue).

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Il rischio di mortalità sale fino al 40% nella forma emorragica (Pontilenews.it)

Nei casi più estremi (1-5%) si verificano difficoltà respiratorie e insufficienza multiorgano, con un rischio di mortalità dell’1% che sale fino al 40% nella forma emorragica. E purtroppo non esistono ancora cure specifiche (anche se la maggior parte dei pazienti guarisce completamente in un paio di settimane). Attualmente si stimano 50-100 milioni di infezioni ogni anno in oltre 100 paesi endemici, per cui è a rischio di infezione quasi la metà della popolazione mondiale.

Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un nuovo allarme sul possibile drastico aumento di focolai di arbovirus tra cui dengue, zika e chikungunya. Complici i cambiamenti climatici, con l’aumento di calore e umidità, l’Europa e in particolare i Paesi del bacino mediterraneo sono considerati a rischio.

“Il sierotipo Cosmopolitan, tipico del Sud-Est asiatico, si è diffuso in America” e si presenta “molto più rapido nella diffusione, più aggressivo e anche più mortale“, conferma Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, precisando che “la Dengue, chiamata anche febbre spaccaossa, si sta diffondendo purtroppo anche in Europa con casi autoctoni nel sud della Francia. Un altro problema infettivo moltiplicato dalla globalizzazione e del surriscaldamento del pianeta”.

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