Riforma Pensioni, niente da fare per Quota 41: quali sono le altre opzioni al vaglio del governo

Brutte notizie per chi sperava di andare in pensione con la formula “Quota 41”. Ecco le possibili alternative.

Quota 41 non s’ha da (ri)fare. Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, nonché leader della Lega, Matteo Salvini dovrà rinunciare suo malgrado a uno dei suoi cavalli di battaglia. Il Ministro dell’Economia Giorgetti, d’accordo con la Presidente del Consiglio Meloni, sono stati inflessibili: non ci sono margini, i soldi per la Manovra sono esauriti e non è assolutamente il caso di mettere mano al sistema previdenziale. E chi sperava in una riforma della tanto discussa Legge Fornero dovrà – almeno per il momento – rassegnarsi.

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La presunta spesa per Quota 41 sarebbe troppa alta per rientrare nella prossima manovra autunnale. (Pontilenews.it)

L’uscita dal lavoro uguale per tutti a prescindere dall’età anagrafica con 41 anni di contributi resta dunque un miraggio. Matteo Salvini ha capito che non può insistere ulteriormente, per ora, sul tema. Nelle scorse ore il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha chiarito che “l’ammontare della manovra dipenderà anche da fattori di tipo europeo. A metà mese discuteremo, forse troveremo un accordo forse no, sulle nuove regole di bilancio Ue”. E adesso?

Le possibili alternative a Quota 41

Il costo della misura tanto cara alla Lega al momento sarebbe improponibile. Secondo i primi calcoli dei tecnici, la spesa stimata ammonterebbe a poco più di un miliardo nel 2024 e a 2,2 miliardi nel 2025. Ma si tratta di previsioni basate sull’ipotesi che solo il 50% della platea potenziale di chi raggiungerà 41 anni di contributi l’anno prossimo scelga l’opzione Quota 41. E che l’altra metà decida di rinunciare a causa della riduzione dell’assegno legata al calcolo integrale con il criterio contributivo. In ogni caso, però, la presunta spesa per la misura sarebbe troppa alta per rientrare nella prossima manovra autunnale.

Riforma Pensioni, nuove ipotesi al vaglio
Il prossimo anno si navigherà a vista, con la proroga per 12 mesi dell’attuale Quota 103 (intesa come somma di 41 anni di contributi e 62 anni di età). (Ansafoto – Pontilenews.it)

Le alternative? Il prossimo anno si navigherà a vista, con la proroga per 12 mesi dell’attuale Quota 103 (intesa come somma di 41 anni di contributi e 62 anni di età), con Opzione donna per le lavoratrici con 35 anni di contributi e un’età minima di 60 anni se non hanno figli, e Ape sociale per i lavoratori disagiati. Un’ipotesi sul tavolo è che le ultime due misure previdenziali vengano accorpate in un’unica misura. O meglio, si potrebbe ampliare l’Ape Social, estendendola anche ad altre categorie, come i lavoratori usuranti e le donne.

E mentre Forza Italia spinge per un aumento delle pensioni minime, che non potranno comunque raggiungere la soglia di 1000 euro, si fa strada l’ipotesi di un assegno superiore ai 600 euro mensili: per l’esattezza l’importo potrebbe essere compreso tra 650-670 e 700 euro.

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