I giochi sono fatti. A pochi metri l'uno dall'altro, Donald Trump e Hillary Clinton festeggiano la conquista della Grande Mela. Entrambi, ormai, sono a meno di un passo dal ritenersi i candidati ufficiali dei loro partiti per il rush finale: la corsa alla Casa Bianca. I due, infatti, travolgono i loro avversari di partito Bernie Sanders e Ted Cruz e difficilmente questi, nell'ultimo appuntamento delle primarie a giugno in California, potranno ribaltare i risultati.
Sul versante repubblicano, il Tycoon ha letteralmente schiacciato i suoi avversari ottenendo il 60% dei voti contro il 25% di Kasich e il 14% di Cruz. Un successo oltre ogni pronostico della vigilia e che gli ha consentito di accaparrarsi quasi tutti i 95 delegati in palio, avvicinandolo alla soglia di 1.237 rappresentanti che blinderebbe la sua nomination. “Ormai - ha dichiarato il magnate americano dopo la vittoria - questa non è più una gara, perché Cruz non ha più alcuna possibilità matematica di vincere”. Quindi, abbandonando i soliti toni denigratori e entrando nei panni della campagna elettorale, ribadisce le sue linee: "Le aziende americane vanno all'estero, gli immigrati illegali sono trattati meglio dei nostri veterani. L'Obamacare è un disastro. Tutto questo finirà". Poi si concentra sui temi dell’economia e della disoccupazione, decisivi per conquistarsi i favori di tutti quegli Stati che prossimamente andranno al voto, come la Pennsylvania e il New Jersey. Tuttavia, il successo di Trump continua a far storcere il naso al suo stesso partito che continua a sognare di poterlo rimpiazzare con qualche altro candidato rimasto fuori corsa. Visti i risultati di ieri sera, però, l'impresa sembra davvero impossibile.
Sul versante democratico, invece, Clinton ha ottenuto il 57% dei voti, contro il 42% di Sanders. Il suo successo, pur meno schiacciante di quello di Trump, è il risultato più importante della serata perché ha permesso alla ex first lady di riprendersi il ruolo di favorita, interrompendo quella serie di vittorie (ben otto) conquistate nelle ultime votazioni da Sanders. Dalle analisi dei flussi di voto, Clinton ha ottenuto le preferenze di tutti i gruppi etnici e sociali accaparrandosi quella vittoria ampia che l'ambiente democratico si auspicava. L'esito delle votazioni però era già nell'aria. Il senatore del Vermont nel pomeriggio era già partito per la Pennsylvania, prossima al voto. Da lì si è congratulato con Clinton, ribadendo, però, la sua volontà di non mollare: "Ho ancora delle chance". Clinton ha replicato al suo avversario di partito, cercando di attenuare quei contrasti che nelle ultime settimane erano sembrati assai profondi e limitandosi a dire: "Sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci separano". Toni più accesi, invece, nei confronti dei suoi avversari repubblicani: "Gente come Trump e Cruz spinge verso un'America divisa e francamente pericolosa. Invece di costruire muri noi abbatteremo le barriere". Poi anche lei prosegue enunciando le sue linee: "Nessuno in America deve vivere con lo spettro della discriminazione e della deportazione. Bisogna aiutare le persone e aiutarci l'un l'altro, gay, musulmani, uomini e donne". E poi, per concludere, un "grazie New York".