01-05-2016
Mattarella parla al Quirinale, i sindacati rispondono da Genova
Diminuiscono i disoccupati, aumentano i precari. È questa la fotografia firmata Istat dal titolo Italia e lavoro diffusa dai media appena due giorni fa. Poi, c’è ancora chi, nel 2016, di lavoro muore. Così, questa mattina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori sul monumento dedicato alla vittime del lavoro presso la sede dell’Inail a piazzale Giulio Pastore. Perché, nonostante tutto, la nostra Repubblica è fondata sul lavoro. Creare occupazione, rimane, dunque, un impegno costituzionale e, ha sottolineato il Capo dello Stato, «non possiamo accontentarci di numeri ancora limitati rispetto alla dimensione del problema».
Piaga sociale rimane, soprattutto, quella della disoccupazione giovanile. «Un Paese che non dà lavoro ai giovani è un Paese fermo. Un Paese che esclude i giovani, o li in inserisce nel mondo del lavoro in modo precario, si condanna da solo», ha precisato Sergio Mattarella, il quale ha voluto ricordare due brillanti giovani italiani che hanno perso la vita proprio per il loro impegno: i due ricercatori Valeria Solesin e Giulio Regeni. Ma sono tanti i ragazzi che stanno pagando alla crisi «un prezzo insostenibile e che rischiano di subire con l’esclusione di oggi un’ipoteca negativa sulla loro dignità di domani». Di fronte a questo scenario, dice il presidente della Repubblica, «non possiamo assistere inerti». La Festa del Lavoro deve essere concepita, dunque, nell’ottica del Capo dello Stato, come la festa del futuro e in questo senso «abbiamo bisogno della carica di speranza dei giovani».
Alle incisive, sebbene pacate, parole di Mattarella pronunciate al Quirinale, si contrappongono invece quelle aspre dei sindacati che oggi si sono dati appuntamento a Genova per una manifestazione nazionale unitaria. «Il Governo sottovaluta il problema del lavoro», accusa la leader della Cgil Susanna Camusso. «Il Paese non si fa ripartire abbassando i salari», dichiara avvertendo che «servono investimenti: spendiamo 18-19 miliardi per la decontribuzione ma abbiamo una crescita da prefisso telefonico». Le fa eco Anna Maria Furlan della Cisl: «Al Governo mandiamo un messaggio molto chiaro: si occupi del lavoro. Sarà un primo maggio all'insegna del lavoro, del lavoro che manca ai giovani di questo Paese, per chi ha paura di perderlo il lavoro, che ha 65, 66 anni e vuole finalmente andare in pensione». «Non è vero che il Paese riparte, è fermo in stazione», accusa invece Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil. «Più che festeggiare dobbiamo impegnarci. Noi siamo il sindacato della proposta, ma quando non c'è risposta c'è la protesta».
TAG: mattarella, lavoro, sindacati, giovani lavoro
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