05-07-2016
Intanto arrestato professore degli attentatori e scoperta l'identità del sesto uomo
Le salme dei 9 italiani che hanno perso la vita nell’attentato avvenuto a Dacca, capitale del Bangladesh, il 1 luglio, giungeranno in Italia in serata, all’aeroporto internazionale di Ciampino. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella attenderà i feretri all’aeroporto, scortate dal viceministro degli esteri Mario Giro e dal capo dell’Unità di Crisi Claudio Taffuri. Le salme dei 9 italiani, insieme a quelle delle altre 11 vittime dell’attacco terroristico, sono state omaggiate dalla cerimonia che ha avuto luogo nello stadio dell’esercito, a Dacca. Ad essa hanno partecipato la premier Sheik Hasina, diverse personalità politiche del Bangladesh oltre a numerosi civili.
Quello di venerdì scorso è stato l’attentato più disastroso della storia del Bangladesh, col più alto numero di vittime. Il governo bengalese si mostra cauto, nega un coinvolgimento dell’Isis, seppur quest’ultimo abbia rivendicato l’attacco, e punta il dito contro un gruppo jihadista locale collegato all’opposizione e ai servizi pakistani. Intanto impazzano gli interrogativi sul commando che ha agito a Dacca, composto da ragazzi benestanti bengalesi, rampolli di famiglie abbienti, riguardo cui è di dubbia provenienza la radicalizzazione che ha portato i giovani attentatori ad agire in una simile maniera documentando il tutto. La maggior parte dei ragazzi del commando hanno avuto accesso a possibilità aperte a pochi in un paese povero come il Bangladesh ed erano irreperibili da diversi mesi.
Intanto è stato risolto l’interrogativo riguardo al sesto uomo del commando, anch’egli ucciso dalle forze armate bengalesi che hanno svolto il blitz all’interno del ristorante Holey Artisanal Bakery, dove si è svolta la vicenda: Saiful Choukidar, pizzaiolo quarantenne del ristorante ucciso per errore. Un altro errore delle forze bengalesi sembrerebbe la vicenda di un aiuto cuoco dello stesso ristorante, stando a quanto riportato dal sito bengalese Bdnews24, il ventiduenne Jakir Hossain Shanon. La madre si sarebbe ricongiunta col figlio dopo due giorni di ricerche, trovandolo in condizioni gravi al Dhaka Medical College Hospital, a seguito di un presunto violento interrogatorio da parte della polizia di Dacca.
Dacca è stata ulteriormente scossa in giornata dalla notizia del fermo di Hasnat Karim, professore della North and South University della capitale, frequentata da quattro dei cinque terroristi. Un filmato girato la sera prima dell’attentato lo ha ripreso sul tetto intento a fumare in compagnia dei ragazzi che imbracciano mitra. Il giorno dell’attentato sarebbe stato graziato dal commando per via della sua conoscenza del Corano. Il giallo sull’attentato è fitto, di difficile ricostruzione a causa delle condizioni di un paese dilaniato dalla povertà, terreno fertile di radicalismo e gesti disumani.
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