24-10-2016
Nel giro di una settimana circa 8mila migranti verranno smistati in Francia
Per alcuni l’inferno si trova a Calais, nella Francia del nord, nel centro migranti più grande d’Europa. Una grande baraccopoli - che ricorda la Ventimiglia italiana, in Liguria - sprovvista di servizi igienici, piena di tende ammassate e tanta immondizia, abitata soprattutto dai topi. Ma la "giungla", ecco come è soprannominata la bidonville di Calais per le sue condizione precarie, oggi, 24 ottobre, viene definitivamente sgomberata. Gli 8mila migranti, che da più di 18 mesi vivono in questa grande baraccopoli sognando di raggiungere la Gran Bretagna (che non li vuole), spesso con tentativi vani ed efferati (saltando dai ponti sui tir, schiacciati dai camion nei parcheggi o rincorrendo i camion nel traffico delle strade che portano a Calais), vengono smistati nei 450 centri pronti ad accoglierli sul territorio francese.
Da quanto si apprende dai media locali, 1.250 poliziotti sono stati mobilitati per garantire la sicurezza durante l'evacuazione. Per il momento la situazione è calma, ma la polizia teme che potrebbe degenerare da un momento all’altro, qualora qualche migrante rifiutasse il trasferimento. Non a caso, fino a poche ore fa, la tensione aveva raggiunto picchi estremi: la polizia ha dovuto sparare gas lacrimogeni, dopo che alcuni migranti del campo di Calais hanno iniziato a lanciare delle pietre in vista dello sgombero. In un hangar di 3mila metri quadrati, situato a circa 300 metri dalla "giungla", dove è stato allestito un punto di accoglienza, i migranti incontreranno i funzionari dell’Ufficio francese dell’immigrazione e integrazione che proporranno a ciascuno di loro la scelta tra due regioni di destinazione illustrandole sulla mappa della Francia. Tramite un braccialetto colorato, in base alla scelta, verranno poi smistati nella regione di destinazione.
Nella giornata di oggi si prevede lo smistamento di circa 2mila migranti, soprattutto afghani e sudanesi, che tramite i bus raggiungeranno le varie destinazioni. Ma la tensione potrebbe degenerare anche perché i residenti dei comuni che dovranno accoglierli (circa 11 regioni esclusa la Corsica e l’Ile-de-France), come Allex, Saint-Denis-de Cabanne e San Brevin, hanno protestato in tutta la Francia contro il loro arrivo.
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